Cosa significa vestirsi di giallo?

Cosa significa vestirsi di giallo?

Ammettiamolo: il giallo non è di certo il colore più facile per il guardaroba femminile. Che si tratti di un caldo giallo dorato, di un ocra squisitamente autunnale, di un solare giallo banana o di un vibrante e freschissimo giallo limone, possiede sempre uno speciale fulgore ed una luminosità tale da attirare lo sguardo e catturare immediatamente l’attenzione. Il giallo è un colore dal potere intenso, ed è proprio per questo che indossare abiti dalle brillanti tonalità di giallo, così come scegliere spesso e volentieri capi ed accessori dalle lucenti sfumature dorate e solari, non può non avere un significato speciale, più o meno nascosto nella personalità di chi ama (o detesta) indossarlo.

Ogni singolo capo di abbigliamento che noi tutti, donne e uomini, scegliamo ogni giorno di sfoggiare sul nostro corpo porta inevitabilmente con sé un valore psicologico unico ed individuale, un’espressione della nostra interiorità, del nostro carattere, dei sentimenti e stati d’animo del momento così come dei tratti più stabili della nostra personalità. Eppure, alcune caratteristiche di abiti ed accessori, come i loro colori, sembrano raccontare più di altre, ed in modo particolarmente sfacciato, ciò che sentiamo, pensiamo, amiamo o temiamo. Avvolgere il corpo in un abito nero, rosso fuoco o dall’acceso giallo, ad esempio, può rivelarsi un messaggio cifrato della nostra psiche che, attraverso la luce o, al contrario, l’assenza di luminosità tenta di esprimersi silenziosamente al mondo esterno. Dopo l’interpretazione psicologica del vestire in nero e le spiegazioni storiche,fisiologiche e psicoanalitiche dell’abbigliamento femminile in rosso, ecco alcune ipotesi sul significato del colore giallo all’interno del guardaroba!

Cosa significa vestirsi di giallo?


Il giallo: tra slancio vitale, asprezza e pericolo

Il colore giallo ha sempre portato con sé un valore ed un significato specifici grazie all’evidente connessione alla luce solare, fin dai primitivi dipinti rinvenuti nelle caverne. Il giallo rimanda psicologicamente e culturalmente al sole, alla luce ed al calore, e fisiologicamente rappresenta un movimento dinamico di diffusione ed ampliamento in quanto i corpi percepiti in giallo sono quelli che riflettono la luce in modo più intenso, con un movimento di irradiazione dei fasci luminosi verso l’esterno. La percezione stessa del colore giallo può rappresentare un primo indizio squisitamente psicologico, indicando nel giallo un colore che esprime apertura, liberazione, dinamicità, movimento vitale e creativo. Al tempo stesso, il giallo sembra rappresentare, però, non solo la luce vitale ed il calore del sole, ma anche le sue conseguenze, rimandando a ciò che è bruciato, seccato, forse morto, arido, malato: il giallo è anche il colore della bile, della malattia, del decadimento, richiamando sensazioni di asprezza ed acidità oppure di allarme. La rosa gialla viene culturalmente intesa come un simbolo di gelosia e diffidenza, ed il giallo nella segnaletica rappresenta il pericolo ed il rischio, come il semaforo giallo che indica un preavviso di arresto o il simbolo della radioattività, dipinto in giallo per massimizzarne l’efficacia allo sguardo umano. Il giallo, dunque, sembra erigersi a rappresentante di due opposte tendenze psicologiche: quella dello slancio vitale e quella del pericolo, del dolore, dell’angoscia e del rischio.




Cosa significa vestirsi di giallo?


Indossare il giallo per esprimere la libertà interiore

Alla luce di queste associazioni, si potrebbe interpretare la scelta di vestire spesso in giallo seguendo due filoni principali: quello del bisogno di esprimere una spinta vitale e, parallelamente, quello del superamento di una fase di vita all’insegna di una decadenza psicologica e fisica. Secondo la storia, il giallo rappresentò, nell’antica cultura greca, il colore-icona della follia di cui tutti coloro che venivano considerati psichicamente malati dovevano vestire, come per essere marchiati, immediatamente riconosciuti e, di conseguenza, tenuti a distanza. Questo perché il giallo, nel sistema culturale delle antiche popolazioni della Grecia, rimandava allo sfarzo, all’eccesso ed alla stravaganza. Tale considerazione potrebbe lasciarsi spiegare facilmente dagli effetti fisiologici del giallo sul cervello umano e dalle reazioni nervose alla percezione luminosa di questo colore. Il giallo, colore dall’elevato valore termico (come il rosso e l’arancione), esercita un’intensa attività di stimolazione della frequenza cardiaca, della pressione del sangue e persino del sistema digestivo e del metabolismo corporeo. La sua percezione, secondo gli studi scientifici, solletica ed incentiva le capacità di apprendimento, memoria, concentrazione e socializzazione ed attiva i neuroni, stimolando l’attività motoria. Scegliere d’impulso un abito giallo o riempire il proprio armadio di capi ed accessori di questo colore potrebbe dunque indicare una necessità psicologica, più o meno inconscia, di rivitalizzare la propria interiorità, di attivarsi, liberare parti di sé e creare qualcosa di nuovo. Come la luce del sole, anche la luminosità del giallo di un abito nuovo che attrae subito il nostro sguardo può essere il segno di un bisogno psichico di “accendere la luce”, fare chiarezza, scoprire un nuovo legame con la propria spiritualità, come per guardare in alto, verso il cielo e la luce solare, ed innalzarsi simbolicamente. Indossare il giallo con sfarzo, come per attirare gli sguardi del mondo su di sé, può rappresentare un tentativo interiore di aprire una nuova porta e lasciare entrare (o uscire) la luce. Se indossare spesso il nero si rivela un modo inconscio di nascondere, tutelare e proteggere la propria interiorità ancora inespressa o non integrata, eccessivamente intensa, confusa e spaventosa, indossare spesso il giallo richiamerebbe, quindi, la tendenza opposta, quella di aprirsi al mondo, di mostrarsi pronti ad uno squarcio di luce sul proprio mondo interiore.

Al tempo stesso, preferire improvvisamente ed inaspettatamente un abbigliamento luminoso in giallo potrebbe esprimere una transizione verso una nuova fase di vita, il superamento di un periodo di sofferenza, di dolore e di chiusura. Il colore giallo sulla pelle attorno ad un livido, ad esempio, è il segno della sua vicina guarigione: quando un livido diventa giallo significa che la pelle sta attraversando la sua ultima fase verso la ripresa e la ricostruzione, che il livido (assieme al dolore ad esso associato) non è più recente. Forse si potrebbe azzardare un parallelismo psicologico tra questa progressiva guarigione del corpo e quella della psiche…!




Cosa significa vestirsi di giallo?


Giallo nel guardaroba? Mai e poi mai!

Che cosa dire, invece, di chi teme il colore giallo e detesta indossarlo, bandendo ufficialmente questo colore dal proprio armadio? Alcuni studi fisiologici sulla percezione del colore indicano nel giallo il colore che, più di ogni altro, tende a sovrastimolare il sistema nervoso ed i sensi, innescando nel corpo umano sensazioni di benessere, energia, vitalità e creatività quasi come un antidepressivo naturale ma, al tempo stesso, stimolando anche una potente irritabilità psicologica, risvegliando inconsapevolmente, nella mente di chi guarda una tonalità di giallo particolarmente accesa, una sorta di infiammabile collericità ed irascibilità. Pare, dunque, che in occasioni “delicate”, come colloqui di lavoro o incontri personali con lo scopo di un chiarimento o di una riappacificazione, indossare un abito dal giallo molto intenso e vibrante possa involontariamente innescare, nell’altro, reazioni e sensazioni inconsce di rabbia o repulsione, poco pacifiche e per nulla gradevoli! Sarà meglio, forse, preferire un più soft giallo pastello? Per quanto possa apparire una teoria bizzarra, in realtà la fisiologia del giallo è decisamente fondata: la sua percezione, come quella del colore rosso, stimola le attività sensoriali e neuronali, ma a differenza del rosso tende ad essere meno coerente e più instabile ed incerta, stimolando il battito del cuore ed il ritmo del respiro in modo più disorganizzato ed irregolare. Fuggire da abiti ed accessori in giallo acceso potrebbe, dunque, ricollegarsi alla fisiologia di questo colore, rivelando una tendenza psicologica a temere una “stimolazione” psichica eccessiva, come per nascondersi dalla luce e mantenere al sicuro ed al silenzio alcune parti di sé poco integrate nella propria personalità, ancora poco chiare. Fuggire dalla luminosità del giallo nel guardaroba potrebbe essere il segno di una mancanza di comunicazione intensa ed aperta con la propria psiche e con la propria interiorità più profonda, la volontà di non fare troppa luce su alcuni pensieri e sentimenti “tabù” che rischierebbero di agitare, inquietare o eccitare eccessivamente un mondo interiore bisognoso di penombra e quiete.

Sempre e solo in giallo: cosa significa?

Alla luce della teoria fisiologica del giallo e della sua sovrastimolazione del sistema nervoso, si può poi ipotizzare che sentirsi fortemente attratti quasi esclusivamente da abiti gialli, collezionandoli con foga ed inarrestabile passione nel proprio armadio, potrebbe indicare persino un rispecchiamento personale in una inconscia sensazione di discontinuità, come se il giallo acceso riuscisse a riflettere sensazioni, emozioni e pensieri all’insegna della “maniacalità”, dell’instabilità, una ricerca spasmodica di qualcosa, un treno fulmineo ed altalenante di desideri, sentimenti, bisogni, ambizioni. Chi ama spasmodicamente il giallo nel proprio abbigliamento potrebbe mostrare una personalità perennemente alla ricerca di qualcosa, sempre in attesa di qualcosa di nuovo, di straordinario, di incredibile, come se la realtà del presente non fosse mai abbastanza. Il giallo, infatti, è psicologicamente legato anche alle ambizioni personali, all’autorealizzazione ed all’autostima, ed amarlo alla follia può indicare proprio un’inclinazione ad ambizioni sempre più elevate e progetti sempre più sensazionali e, talvolta, vagamente utopistici.

Il giallo e l'autorealizzazione: il terzo chakra

Il giallo è anche un colore altamente spirituale, legato alla tradizione yoga ed alla teoria dei chakra, i centri energetici del corpo umano legati a specifici organi ed a particolari aree fisiologiche dell’organismo. Ad ogni sistema corporeo si legano, infatti, un colore, un simbolo ed un mantra, ed il giallo, assieme al simbolo del fuoco, rappresenta il terzo chakra, quello denominato “Manipura”, letteralmente “gioiello luminoso”, corrispondente alla zona centrale del corpo, dell’ombelico e della cassa toracica. Il terzo chakra viene associato all’autostima, al senso di autoefficacia, alla percezione del proprio potere personale, dell’autorealizzazione e della fiducia in sé. Il giallo simboleggia, in questa visione, la pura energia psichica, le aspirazioni e le ambizioni della mente, la consapevolezza di sé e la maturità esistenziale, la capacità e la possibilità di essere noi stessi e di esprimerci in modo autentico e libero nel mondo che ci circonda. Da questo punto di vista, vestire volentieri di giallo potrebbe quindi essere una sana manifestazione della propria libertà interiore, una percezione di buona autostima, di fiducia nelle proprie capacità e nei propri desideri, un segno di forza interiore e di mancanza di timore nei confronti del giudizio altrui e delle manipolazioni esterne.


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