I segreti psicologici e simbolici dei capelli

I segreti psicologici e simbolici dei capelli



Una donna che si taglia i capelli, disse una volta Gabrielle Coco Chanel, è una donna che sta per cambiar vita. Mai un legame, in effetti, si rivelò più intenso e significativo di quello tra una donna e la sua chioma, un’intricata rete ricca di simbolismi nascosti e segreti inespressi.

I capelli femminili rappresentano una porzione importante dell’identità personale, il riflesso esteriore di una interiorità complessa e variegata. Le loro radici sul capo li rendono una vera e propria incarnazione e proiezione dei pensieri e dei processi mentali, proprio come se fossero i fili magici che collegano la psiche al mondo esterno, i rappresentanti simbolici dei contenuti più intimi dell’anima. Ogni essere umano mantiene una solida relazione simbolica ed altamente emotiva con la propria capigliatura e le sue condizioni di salute, bellezza e lucentezza, rispecchiando l’intensa valenza simbolica, psicologica, antropologica e culturale dei capelli nella storia e nella società.

In quanto elemento del corpo che, per primo, possiede la straordinaria capacità di rigenerarsi e rinnovarsi senza sosta, il capello rappresenta a pieni voti un’espressione di energia vitale, di forza e di rinascita continua. Come la folta criniera di un leone, re della foresta, anche la chioma umana riveste, simbolicamente, un ruolo di forza, energia, potere e distinzione. Il rinnovamento perenne della chioma, le cui condizioni vitali si comportano da specchio fedele dello stato generale di salute dell’organismo, è in larga parte influenzato dal sistema ormonale, al quale si legano indissolubilmente anche gli stati emotivi e psicologici di ogni individuo. Inoltre, i capelli sono tra i tessuti più durevoli e resistenti del corpo umano, tanto da poter essere custoditi per lungo tempo anche dopo la loro morte e caduta, mantenendo inalterato il loro aspetto e la loro pigmentazione e portando con sé i segreti unici ed irripetibili del codice genetico dell’originario proprietario: basti pensare all'antica pratica di conservare una ciocca di capelli come pegno d’amore, tradizione ancora oggi diffusa per mantenere il ricordo della nascita o del primo taglio di capelli di un bebè conservandone con cura un piccolo ricciolo. Fonte di forza per l’eroe biblico Sansone, simbolo di bellezza , purezza e gioventù nella letteratura fiabesca di tutti i tempi, i capelli rivestono nella storia una valenza intramontabile di vitalità e potenza, di energia e fertilità.

I segreti psicologici e simbolici dei capelli





Non solo simbolo di vitalità e rigenerazione, ma anche di identità personale: i capelli, in quanto contorno dinamico del viso umano, fanno da “pelle” e confine tra il corpo ed il mondo esterno. Il volto umano, fin dai primissimi momenti di vita di ogni individuo, funge da stimolo fondamentale per un vero e proprio apprendimento delle emozioni e dei sentimenti: ogni bambino impara a riconoscere i propri stati d’animo e le emozioni altrui mediante l’osservazione quotidiana delle espressioni del viso del genitore, grazie alle quali riuscirà a comprendere, analizzare e riprodurre con il proprio corpo tutto lo spettro complesso delle emozioni umane, oltre a gestire le relazioni e le comunicazioni con l’altro. Assieme agli elementi interni del viso, anche la colorata cornice in movimento dei capelli costituisce lo specchio essenziale dell’identità che nasce e si sviluppa, e nel corso della crescita e della formazione della personalità, ogni essere umano mantiene un rapporto prezioso e significativo con la propria capigliatura. I capelli diventano un’espressione personale della propria identità e della propria storia, ed in qualche modo ci differenziano dagli animali poiché l’essere umano rappresenta la sola ed unica specie che offre alla propria capigliatura una funzione estetica ed espressiva, oltre a quella puramente biologica. Anzi, i capelli degli esseri umani, in realtà, hanno perso ormai da tempo la funzione biologica di sopravvivenza, termoregolazione e protezione dalle basse e rigide temperature: anche senza i nostri preziosi e lunghi capelli, il nostro organismo potrebbe continuare a vivere e ad evolversi. Eppure, quella di perdere i capelli resta ancora oggi una delle più grandi ed angoscianti paure degli esseri umani, uomini e donne, tanto da rivestire una simbologia estremamente forte nel nostro immaginario e nei nostri sogni più spaventosi.

Sognare di perdere i capelli è da tempo immemorabile un’immagine iconica di incubo ricorrente e porta dentro di sé molteplici significati psicologici profondi, dai vissuti emotivi anche particolarmente intensi e dolorosi. Se infatti il capello somiglia ad un filo che, nel nostro immaginario inconscio, connette l’interno all'esterno, i pensieri al mondo, l’anima al cielo, subirne la perdita o un taglio traumatico ed inaspettato nel corso di un sogno movimentato potrebbe esprimere la sensazione di perdita di controllo sul proprio mondo interiore, sui propri sentimenti in subbuglio e sulla relazione con il mondo esterno, come una perdita della rotta, una difficoltà nel comunicare all'altro ciò che si pensa, si prova, si desidera o si teme. Sognare di essere privati dei propri capelli, tagliati via, rasati o accorciati spietatamente da qualcuno, è come vivere sulla propria pelle una vera e propria castrazione, una mutilazione, la perdita di qualcosa di prezioso, di una parte di sé che viene trascinata via o che rischia di svanire, di perdere forza. D’altra parte, la psicosomatica parla chiaro quando definisce patologie come l’alopecia, la perdita o diradazione progressiva della chioma, o la tricotillomania, la tendenza compulsiva a strappare via intere ciocche dei propri capelli, delle condizioni di grave alterazione emotiva legate a stress estremo o traumi profondi, dal collegamento viscerale e convulso ad una disperata sensazione di smarrimento della propria identità e di disintegrazione delle proprie strutture interiori. Strappare o perdere i capelli, ritrovandosi con una cute priva della sua cornice e barriera protettiva, significa anche, infatti, subire una sorta di regressione ad una condizione antica, quella della primissima infanzia, caratterizzata dalla vulnerabilità, dal bisogno di cura e protezione, dalla più labile differenziazione sessuale tra maschile e femminile: una testa priva di capelli può richiamare una figura infantile che, nell'immaginario maschile, rappresenta la perdita della virilità e della maturità sessuale, mentre nell'immaginario femminile può simboleggiare una regressione ad uno stato non ancora femminilizzato o sessuato.

I segreti psicologici e simbolici dei capelli





La Psicoanalisi riconosce nei capelli un simbolo molto potente di sessualità, riconducendo la chioma femminile agli organi genitali ed al pelo pubico. Sigmund Freud, ad esempio, accostò l’immagine dei capelli (e dei peli femminili) a quella della tessitura, individuando nella relazione tra le tendenze femminili e la scoperta della filatura una simbologia inconsueta che interpretava l’invenzione delle tecniche sartoriali da parte del genere femminile come un tentativo inconscio di nascondere e proteggere la propria sessualità grazie ad un groviglio di fili e tessuti, proprio come i peli che celano i genitali femminili. L’angoscia legata alla perdita dei capelli da parte di una donna, dunque, potrebbe in tal caso esprimere il timore inconscio di denudare la propria sessualità e di perderne il controllo, mostrando vulnerabilità. La passione squisitamente femminile per la moda, l’abbigliamento e determinate tipologie di tessuto, come il velluto, la lana o la pelliccia (così come per una chioma lunga, voluminosa e setosa), sarebbe così da interpretare proprio come un’espressione del senso di sicurezza che tali materiali, morbidi, coprenti ed avvolgenti, assicurerebbero al corpo ed, inconsciamente, alla più profonda intimità femminile.

Eppure Freud non analizzò il legame emotivo con i capelli a partire da una prospettiva esclusivamente femminile. Il discorso interessante ed all'epoca sconvolgente di Freud circa il complesso di castrazione e di evirazione, ad esempio, descrive la scoperta delle differenze anatomiche tra i sessi da parte del bambino, collegando la relazione tra l’uomo ed i suoi capelli alla percezione di potenza sessuale. Quando il maschietto, durante i primi anni di vita, si rende conto della mancanza del pene sul corpo delle bambine, viene inconsciamente travolto da una scioccante paura di poter subire una simile castrazione, perdendo il proprio organo sessuale e ritrovandosi un corpo castrato come quello di una bimba, immaginando che un tempo anche le piccole coetanee avevano posseduto un pene come il suo, per poi perderlo in seguito ad una punizione. L’unico modo, da parte del bambino, per riuscire a salvarsi dall'angoscia della castrazione consiste nel rimuovere (allontanare dalla coscienza ed archiviare nell'inconscio più oscuro) dalla propria psiche la vista dei genitali “evirati” femminili, sostituendoli con ciò che lo psicoanalista chiama un “feticcio”. Il feticcio, in questo senso, non è altro che un oggetto sostitutivo del pene che permane nell'inconscio infantile fino al raggiungimento dell’età adulta, quando il feticcio rappresenterà l’oggetto di attrazione sessuale: la biancheria intima femminile, ad esempio, che nasconde quei genitali così diversi e “mancanti”, oppure i capelli femminili, richiamo dei peli pubici.

I segreti psicologici e simbolici dei capelli





D’altra parte, i capelli delle donne sono sempre stati, nella storia come nell’arte e nella letteratura, un potente richiamo sessuale e sensuale, legato all’attrazione amorosa ed all’erotismo più istintuale e terreno. La chioma femminile rimanda infatti all’aspetto dell’istintualità, come le vaporose criniere leonine, ed alla natura animale, primitiva e terrena dell’essere umano, come sosteneva Jung. Una chioma selvaggia, aggrovigliata e libera sarebbe dunque l’icona di una libertà interiore legata all’essenza più selvatica ed arcaica dell’uomo e della donna, mentre una relazione estremamente attenta ed a tratti ossessiva con una chioma sempre in perfetto ordine, liscia e ben domata, potrebbe indicare una difficoltà interiore nell’integrare questo aspetto istintuale nella propria personalità. I capelli, come le radici di un albero, esprimerebbero nell’immaginario inconscio collettivo, il rapporto con tutto ciò che è terreno e pulsionale. Anche il loro colore si legherebbe, in questo caso, al rapporto con la propria parte istintiva e selvaggia: una chioma scura richiamerebbe il colore del terreno, mentre i capelli chiari rimanderebbero alla luminosità eterea e spirituale della luce solare.

Se i capelli rappresentano un simbolo di erotismo terreno, è comprensibile la vasta sfera di motivi che hanno spinto ed ancora spingono alcune società a coprirli in modo rigoroso e persino punitivo: imporre ad una donna di coprire la propria chioma significa reprimere la sua immagine erotica, attraente, seducente e tentatrice. Coprire i capelli è come coprire, nascondere ed in qualche modo negare la sessualità, proprio come la necessità di coprire pudicamente le zone intime del corpo. Si potrebbe azzardare, in questo caso, un’interpretazione della tendenza di depilare accuratamente ogni parte del corpo come un tentativo inconscio di nascondere alla vista ogni possibile richiamo alla peluria intima e, di conseguenza, alla sessualità. Una chioma coperta, comunque, è un’indicazione di purezza, di istintualità domata, di innocenza o verginità: si pensi, ad esempio, al velo da sposa.

Cosa potrebbe indicare, allora, una chioma ben addomesticata, come nel caso di una donna ben attenta a non lasciare mai la propria capigliatura libera e sciolta? Una chioma sempre rigorosamente raccolta in code e chignon potrebbe rivelare un timore interiore della propria anima più selvaggia, femminile ed erotica, oppure, al contrario, un gesto di ribellione e di emancipazione. L’acconciatura cortissima alla maschietta è stata, negli anni ’60, una scoperta innovativa per le donne lungo la scia del femminismo, ed ancora oggi una chioma sempre raccolta potrebbe nascondere la personalità di una donna che desidera somigliare ad un uomo per sentirsi alla pari, nascondendo i propri attributi femminili, assieme ad un abbigliamento androgino e formale da ufficio, come quello in blazer e pantaloni dal taglio maschile. Eppure, alcune interessanti ricerche psicologiche e sociali circa il sessismo sul luogo di lavoro indicano che una professionista dalla chioma morbida e libera, lasciata cadere liberamente sulle spalle, può offrire inconsapevolmente un’immagine altrettanto morbida e non minacciosa tale da indurre, nei colleghi di sesso maschile, una sorta di pacifico rispetto: apparire all’uomo come un essere non intimidatorio né ostile può far crollare la competitività e mitigare le relazioni professionali tra uomini e donne.






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