I colori influenzano le emozioni?
Conoscete la vecchia
storia degli operai di una fabbrica che, stufi di lavorare nelle fredde stanze
dalle pareti blu, chiesero al padrone di aumentare il livello di riscaldamento?
Il padrone, a quanto pare, preferì piuttosto far dipingere le pareti della fabbrica
di un più caldo arancione. Ebbene, da quel momento gli operai non si
lamentarono più per il freddo ed, anzi, chiesero addirittura di abbassare il
riscaldamento. Questo simpatico aneddoto spiega in modo molto vivace quanto il
colore possa trasformarsi in un potente elemento che influenza
significativamente l’umore (e la percezione) degli individui.
La Psicologia del Colore studia,
appunto, le modalità attraverso le quali la percezione dei colori influenza
emotivamente ed affettivamente gli individui ed il modo in cui, al tempo
stesso, le caratteristiche e le condizioni psicologiche di un soggetto possono
persino influenzare la percezione stessa del colore. Quando osserviamo un oggetto colorato, la
percezione visiva derivante dalle onde elettromagnetiche riflesse dai corpi
genera, infatti, vere e proprie sensazioni che vengono fisiologicamente
recepite dal cervello e che producono effetti concreti ed affascinanti sul
nostro corpo e sul nostro atteggiamento psicologico, influenzando non solo le
reazioni del nostro organismo ma anche, e soprattutto, il nostro stato d’animo.
E’ esattamente su questi concetti che si basa, in fondo, la cromoterapia, una vera e propria terapia del colore
che sfrutta le stimolazioni cellulari e nervose delle irradiazioni luminose dei
colori, attraverso oggetti e fasci di luce colorati. Ad ogni colore noi esseri
umani associamo, inconsciamente, una valenza emozionale complessa, in basi ai
nostri vissuti personali ed al contesto culturale nel quale viviamo e siamo,
ogni giorno, immersi.
Fin
da bambini, siamo costantemente immersi in un complesso e variegato mondo
colorato dalle infinite sfumature e tonalità che accompagna le nostre giornate,
influenza il nostro umore ed il nostro atteggiamento, canalizza le nostre
comunicazioni e le nostre emozioni ed agisce da vera e propria mappa del mondo,
orientando le nostre azioni e le nostre scelte. Solo immaginare un universo
privo di colori può causare, nella nostra mente, un disorientamento caotico e
spaventoso: se i colori sparissero dagli oggetti e dagli ambienti che ci
circondano, ogni cosa apparirebbe confusa ed indistinguibile, priva di vita e
di temperamento. D’altra parte, il colore diviene spesso una metafora dei
nostri stati emotivi: chi si sente triste afferma di “vedere tutto grigio”,
un’intensa collera viene associata all'espressione “essere neri di rabbia”,
mentre chi soffre di depressione dichiara, talvolta, di non riuscire più a
percepire la brillantezza dei colori nell'ambiente. Il colore agisce da vero e
proprio stimolo, fisico e psicologico, e per quanto possa essere percepito come
qualcosa di esterno, esso rappresenta, in realtà , un dinamico mondo interiore
che si appropria dei colori, li percepisce e li traduce in base alle emozioni
ed alle esperienze personali.
E’ naturalmente impossibile generalizzare e fondare una teoria universale della Psicologia del Colore: ogni colore, infatti, può essere investito da una particolare valenza emozionale, specifica di ogni individuo in relazione alle sue personali esperienze di vita. La cultura stessa ci insegna che i colori non assumono i medesimi significati psicologici e simbolici in tutto il mondo: il rosso, ad esempio, è considerato dal mondo occidentale il colore dell’amore, della passione, della sensualità e del fascino, ma alcune popolazioni orientali associano il rosso al lutto. In ogni caso è possibile individuare alcune caratteristiche e simbologie generali dei colori, legate alla pura percezione fisiologica ed alle reazioni del sistema neuro-vegetativo alla vista di speciali tonalità : il marketing e la pubblicità conoscono bene la Psicologia del Colore e sanno sfruttarla sapientemente per orientare silenziosamente i consumatori!
La
Psicologia del Colore distingue i colori in caldi e freddi. I colori caldi,
come il rosso, il giallo, l’oro, l’arancione, sembrano suscitare reazioni di
attività , energia, voglia di fare, eccitazione, mentre i colori freddi, come il
blu, il viola, l’azzurro, il verde, spingono alla quiete, alla passività , alla
calma e, talvolta, alla malinconia. Non è un caso che gli ambienti dedicati al
riposo ed alla tranquillità , come ospedali e centri benessere, preferiscano
dipingere le pareti in colori freddi, soft e non troppo squillanti, mentre i luoghi
destinati ad attività più intense, come palestre o centri commerciali, optino
per colori molto più accesi ed “eccitanti”, che inducono all'azione.
Colori caldi, saturi e brillanti come il rosso
e l’arancione, in particolare, vengono definiti come potenti colori emozionali la cui percezione visiva mostra di stimolare, in modo del tutto osservabile e misurabile, un aumento del battito cardiaco e della frequenza respiratoria. La controparte puramente psicologica della reazione fisiologica alla vista di queste tonalità è rappresentata da un aumento della tensione, dell'impulsività e della prontezza mentale: non è di certo una coincidenza la scelta di alcuni noti marchi del settore alimentare, nel campo del fast food, del rosso e dell'arancione per i loro loghi e l'arredamento dei locali di ristorazione: secondo gli studi della Psicologia del Colore, infatti, queste tonalità calde ed accese spingono i clienti a consumare i pasti più rapidamente ed in maggiori quantità .
Un'ulteriore curiosità sui colori e le emozioni: così come la valenza emozionale attribuita dalle persone alle diverse tonalità , pur nell'ottica simbolica universale della Psicologia del Colore, è unica e personale, allo stesso modo anche la percezione dei colori nell'ambiente sembra variare di individuo in individuo, non solo in base alle esperienze personali ed alla cultura di riferimento, ma anche in base al sesso: maschi e femmine dimostrano infatti di percepire i colori in modo diverso! Per via della differente concentrazione di recettori nelle cellule della corteccia visiva durante il processo dell'embriogenesi, le donne si rivelano più competenti nella percezione e nella distinzione delle diverse sfumature di colore, mentre gli uomini sono maggiormente in grado di cogliere le rapide variazioni di colore osservando stimoli in movimento.
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